Il primitivo è un vitigno autoctono pugliese a bacca nera di media vigoria, con produzione piuttosto abbondante ma poco costante, probabilmente originario della Dalmazia, da dove si pensa sia arrivato in Puglia portato dagli Illiri circa tremila anni fa, e praticamente identico allo zinfandel statunitense e al plavac mali croato. Il tronco è piuttosto vigoroso e ha portamento eretto, mentre la foglia della vite ha grandezza media e forma pentagonale, con pagina superiore glabra, di colore verde cupo. I tralci sono ruvidi, striati e di colore vinoso, con nodi non ingrossati e internodi corti. Il germogliamento piuttosto tardivo, avviene tra la metà di aprile e la prima settimana di maggio, gli permette di evitare la maggior parte delle gelate tardive, una caratteristica che spiega il successo di quest’uva nelle zone collinari della Murgia, dove l’umidità e le temperature concorrono a provocare frequenti gelate primaverili. I germogli hanno aspetto cotonoso e verde e la vendemmia si svolge di solito piuttosto presto, tra la fine del mese di agosto e la prima quindicina di settembre, specie se l’uva è allevata ad alberello pugliese. Anche questa caratteristica ha favorito il suo sviluppo nelle Murge, visto che questa precocità permette di evitare i danni provocati delle frequenti brinate e piogge autunnali. Se allevato con altre forme (guyot, tendone, etc.) la raccolta è di solito posticipata tra la fine di settembre e i primi giorni di ottobre. I cloni attualmente utilizzati nei nuovi impianti sono principalmente quattro, tutti selezionati negli anni ‘90, ma è molto frequente trovare vecchi vigneti policlonali, che a volte vedono la presenza anche di altre varietà, a ricordo dei tempi in cui i vigneti producevano uva sia per il consumo del frutto che per la produzione del vino.